La Giornata europea del biologico del 23 settembre è stata l’occasione per le associazioni italiane del biologico per portare l'attenzione sul comprto, segnalare le necessità, fornire dati e stabilire le priorità. Secondo Ifoam-Fibl nel 2022 il biologico conta oltre 4,5 milioni di operatori in 188 Paesi, con un incremento in un anno di circa il 27% delle superfici e del 25,6% dei produttori.

In occasione del convegno “Il futuro del biologico: impatti positivi e prospettive di crescita" promosso da Alma Mater, AssoBio e Federbio, Giovanni Dinelli, professore ordinario del dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari dell'Alma Mater di Bologna, ha spiegato: "Abbiamo decine e forse centinaia di lavori scientifici che, da anni, dimostrano che il biologico è la forma di agricoltura migliore per assicurare un futuro al pianeta in termini di sostenibilità e di salute di tutti noi, tutelando territorio e persone". Sottolinea Dinelli: "Se c'è un sistema produttivo e agricolo che assicura un approccio 'one health', è proprio l'agricoltura bio. Non siamo così lontani dall'obiettivo europeo del 25% di biologico nell'agricoltura, nell'ambito del Green Deal al 2030: ci stiamo avvicinando. Ci sono però anche tante minacce", avvisa il professore, che mira in particolare "il nuovo decreto legislativo che creerà grossi problemi ai produttori bio: qualsiasi errore dei produttori, se passerà il decreto, verrà inteso come una frode. Al di là delle colpe del singolo operatore. È quest'ultimo che deve giustificarsi, prima ancora di qualsiasi accertamento. Di strada da fare ce n'è".

Assobio ha segnalato come a fronte della crescita positiva dell’agricoltura biologica, come terreni coltivati e come operatori, il settore abbia bisogno in questo momento di supporto e di una nuova spinta, visto anche l'affanno generalizzato dei consumi. L’associazione fa richieste concrete alle istituzioni con un appello al ministero dell'Agricoltura, e ad altri dicasteri, per un'agevolazione fiscale sui prodotti biologici, a partire da un'Iva agevolata. Nicoletta Maffini, presidente di Assobio, durante l'evento si è domandata: "Ci stanno ascoltando le istituzioni sulle nostre richieste? C'è tanto da fare, sicuramente, anche dal nostro punto di vista, affinché tutte le associazioni si uniscano e parlino con un'unica voce. Noi italiani siamo bravi a superare i momenti di crisi, lo siamo meno a lavorare insieme. In questa fase dobbiamo farlo come non mai, per farci ascoltare, e comunicare meglio" come comparto del bio.

Cinque priorità per il settore

FederBio ha pensato di rilanciare le priorità strategiche sui temi dell’agroecologia e del biologico lanciando cinque punti che servano a richiamare l'attenzione dei leader internazionali sulla necessità urgente di adottare politiche sostenibili che promuovano la transizione verso un'agricoltura resiliente basata su pratiche che tutelino l’ambiente, garantendo la sicurezza alimentare per le generazioni future.

1.Investire nella transizione verso un modello agroecologico che punti alla sostenibilità ambientale, economica e sociale considerando che sono oramai evidenti gli impatti negativi dell’agricoltura intensiva anche sul reddito degli agricoltori.

La proposta di FederBio riguarda quindi il superamento del modello agricolo intensivo, che a parere dell’Associazione non solo ha creato seri danni ad ambiente e biodiversità, contribuendo ad aggravare l’emergenza climatica, ma ha anche dimostrato di essere insostenibile in termini economici, sociali e di reddito per gli agricoltori, aumentando così la crisi del settore.

2.Sostenere il biologico come espressione più avanzata e concreta dell'agroecologia e dell’approccio rigenerativo delle risorse naturali, un modello di riferimento per la sostenibilità e il futuro di agricoltura e produzione alimentare.

In questo caso il focus è sulla valorizzazione del ruolo dell'agricoltura biologica come metodo più avanzato e diffuso di applicazione dei principi dell'agroecologia. Inoltre, può contribuire a trasferire innovazione anche al resto dell’agricoltura, per favorire la sostenibilità di tutto il sistema agricolo e di produzione del cibo, in particolare per curare la fertilità del suolo, come strumento di contrasto ai cambiamenti climatici, e ridurre l’uso della chimica di sintesi che è tra le cause principali di perdita di biodiversità.

3.Porre produttori agricoli, cittadini e comunità locali al centro dei sistemi agroalimentari in modo da garantire il giusto prezzo per gli agricoltori e l’accesso a un cibo buono e sostenibile per tutti.

Si tratta di favorire una sempre migliore conoscenza reciproca tra tutti con l’obiettivo di avere una sostenibilità, non solo ambientale, ma anche economica e sociale, alla base del principio di sovranità alimentare.

4.Sostenere ricerca e innovazione per incentivare scambi e diffusione di buone pratiche agronomiche e la formazione delle giovani generazioni per il futuro dell’agricoltura.

Quindi favorire nuove tecnologie digitali e il biocontrollo e adottare un approccio olistico, fondato sulla resilienza dei sistemi agroecologici piuttosto che su quella della singola pianta.

5.Promuovere sistemi locali di produzione e consumo di prodotti biologici e iniziative di educazione alimentare a partire dalle mense scolastiche per favorire l’adozione di stili di vita e diete salutari e sostenibili.

Qui la questione è quella del modello di consumo, sensibilizzando i cittadini con investimenti in campagne di comunicazione sulle ricadute positive del biologico per la salute delle persone e dell’ambiente e sulla necessità di adottare stili di vita più sostenibili.

“Sfide epocali, quali l'emergenza climatica e la perdita di biodiversità, richiedono un ripensamento profondo del modello produttivo. La transizione verso pratiche agricole sostenibili, rigenerative, resilienti, rispettose delle persone e degli ecosistemi non è dunque più rinviabile – sottolinea Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio - Occorre attivarsi urgentemente, in modo globale e coordinato, considerando che l’impatto negativo delle pratiche intensive su ambiente, clima ed economia è ormai evidente a tutti”.

 

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