Lo scorso 2019, anno in cui la Commissione europea e le autorità nazionali per la sicurezza alimentare hanno celebrato il 40° anniversario del RASFF, è stato un anno di importante per il sistema di allarme rapido che ha visto l’attuazione del Regolamento di esecuzione (UE) 2019/1715 della Commissione del 30 settembre 2019, che stabilisce norme per il funzionamento del sistema per il trattamento delle informazioni per i controlli ufficiali e dei suoi elementi di sistema.
Tale regolamento, cosiddetto IMSOC-Information Management System for Official Controls, è stato ideato con lo scopo di garantire un approccio armonizzato all’esecuzione coordinata dei controlli ufficiali intensificati su alcune merci che entrano nell’Unione. Infatti, tutti i documenti cartacei che contengono analisi sui territori e che possono riguardare informazioni di altre attività ufficiali - riguardanti alimenti, mangimi, norme sulla salute e sul benessere degli animali, sanità delle piante e prodotti fitosanitari, OCR - sono stati digitalizzati e resi accessibili a all’interno dell’Unione Europea. Con questo provvedimento la gestione delle informazioni e l’utilizzo da parte delle parti interessate acquista maggiore rapidità e si conferma nuovamente uno strumento di congiunzione degli organi interessati per il controllo della sicurezza alimentare.
Alle origini del sistema
Secondo la definizione del Codex Alimentarius, la comunicazione del rischio è lo “scambio di informazioni e pareri concernenti rischi e fattori di rischio tra valutatori del rischio, gestori del rischio, consumatori e altre parti interessate”. Nel 1979, in risposta alla richiesta del Consiglio Europeo, fu progettato il RASFF (Rapid Alert System for Food and Feed), sistema di allerta rapido per lo scambio di informazioni sui pericoli connessi ai prodotti di consumo che consente di condividere con efficienza le informazioni relative a gravi rischi per la salute derivanti da alimenti e mangimi. Il sistema raccoglie e pubblica in tempi brevi le notifiche e allarmi relativi a rischi per la salute specificando il paese notificante, il tipo e le ragioni dell'allarme e il paese di origine del prodotto. Proprio per l’importante ruolo di divulgazione, fondamentale nella gestione e risoluzione di rischi a tutela della salute pubblica, l’Efsa - agenzia finanziata dall’Unione Europea che opera in modo indipendente dalla commissione europea, dal Parlamento europeo e dagli Stati membri, istituita nel 2002 come fonte indipendente di consulenza scientifica, con il compito di valutare i rischi associati alla catena alimentare - ha da subito riconosciuto la necessità di disporre un sistema di comunicazione rapido e accessibile, quindi con il regolamento (CE) n. 178/2002 (art.50) del Parlamento europeo e del Consiglio il RASFF fu ufficialmente istituito sistema d’allerta per alimenti e mangimi, con la funzione di canale di comunicazione tra gli attori della sicurezza alimentare europea come supporto per affrontare e risolvere rapidamente situazioni di rischio.
Un’anteprima sui dati 2019
Nel 2019 la partecipazione degli Stati Membri è stata particolarmente attiva e le notifiche registrate sono state 3999, in aumento del 10% rispetto al 2018. L’Italia viaggia in controtendenza con quota 372 contro le 396 dell’anno precedente, distribuite tra le tre macro categorie: alimenti, mangimi e materiali a contatto con alimenti. La ripartizione delle notifiche riguardanti l’Italia in base alla categoria evidenzia un elevato numero di notifiche relative a controlli di confine con blocco della partita e una quota contenuta di allerte.
Per quanto riguarda la ripartizione delle cause di non conformità segnalate dall’Italia, le micotossine hanno il triste primato tra le cause di notifica, sono ben 48 i casi da riferirsi al riscontro di aflatossine per la quasi totalità legati alla categoria della frutta secca. I microrganismi patogeni rappresentano la principale causa di non conformità, tra i le segnalazioni tre microrganismi causa di tossinfezioni trovano rilievo: Salmonella enterica (35 casi), Escherichia coli (9 casi) e Listeria monocytogenes (12 casi). La contaminazione dei prodotti della pesca da mercurio costituisce la causa più frequente di allerta per metalli pesanti in alimenti. Il pesce spada con 25 casi è la matrice più frequentemente riscontrata come non conforme, seguita da casi singoli per altri pesci. Un aspetto di rilievo è la provenienza della maggior parte dei prodotti ittici non conformi da fornitori spagnoli.
Sempre nei prodotti della pesca, in 23 casi è stata rilevata la presenza di larve di Anisakis spp. nel pesce, aumentano i casi visto che nel 2018 i casi ammontavano a 14.
Per i fenomeni di migrazione ascrivibili a materiali per il contatto con alimenti (MOCA) sono riscontrati 35 casi, per la quasi totalità riscontrate durante controlli durante controlli ufficiali in entrata da paesi terzi. Le casistiche sono riconducibili soprattutto alla migrazione di cromo e nichel attraverso stoviglie.
a cura di Silvia Monguzzi
Dott.ssa in Scienze e Tecnologie alimentari