In una recente ricerca l’Istat ha analizzato la ripresa delle attività sociali nel 2022 con particolare attenzione per intrattenimenti, spettacoli, incontri con amici, pranzi o cene fuori casa.
Nel 2022 riprende l’abitudine a mangiare fuori casa nel tempo libero, dopo la forte contrazione registrata specialmente nel 2021. È pari all’82,3% la quota di persone di 6 anni e più che ha dichiarato di essersi recata almeno una volta l’anno nel tempo libero a pranzo o cena fuori casa (in trattoria, pizzeria, ristorante, birreria, etc.), una quota decisamente superiore a quella del 2021 (70,7%) e solo leggermente inferiore a quella registrata nel 2019 (83,5%).
Nel 2022 si rimodellano anche le abitudini a mangiare fuori: diminuisce il numero di persone che lo ha fatto solo qualche volta l’anno (dal 39,3% del 2021 al 35,2% del 2022) a favore di quelle che vi si sono recate una o più volte al mese (dal 18,7% al 27,8%), una volta alla settimana (da 9,2% a 13,8%) o più volte alla settimana (da 3,5% a 5,5%). Pranzare o cenare fuori interessa più gli uomini delle donne (84,4% contro 80,4%), abitudine pressoché costante negli ultimi anni, che cresce soltanto di circa 1 punto percentuale tra i bienni 2019-2020 e 2021-2022.
Mangiano fuori casa soprattutto gli adolescenti di 14-19 anni (90,4%) e i giovani di 20-34 anni (92,1%), molto meno la popolazione di 65-74 anni (75,2%) e, soprattutto, di 75 anni e più (55,6%). Tra gli ultra 64enni si riscontrano le maggiori differenze di genere con valori più elevati degli uomini rispetto alle donne (rispettivamente di +5,7 punti percentuali tra i 65-74enni e di +12,2 tra gli over74). Le ragazze tra gli 11 e i 19 anni, invece, hanno l’abitudine a mangiare fuori casa nel tempo libero più dei loro coetanei maschi (+3,6 punti percentuali). La tendenza degli ultimi dieci anni mostra come l’abitudine a mangiare nel tempo libero in ristoranti, birrerie, ecc. sia un’attività diffusa per la maggior parte della popolazione, che interessa almeno tre cittadini su quattro.
L’abitudine a pranzare o cenare fuori casa nel tempo libero è più elevata tra i residenti nel Centro-nord (84,2% rispetto al 78,7 del Mezzogiorno). Le regioni con le quote più alte sono la Provincia autonoma di Trento (86,4%) e l’Emilia Romagna (86,1%), mentre quelle con le percentuali minori sono la Calabria (72,8%) e la Sardegna (74,4%). Considerando l’ampiezza demografica dei comuni, vanno a mangiare fuori nel tempo libero più i residenti nei comuni dell’area metropolitana (83,9%) e dei comuni con oltre 10mila abitanti (82,4%) rispetto ai residenti nei comuni fino a 2mila abitanti (77,7%).
Le disparità più elevate si riscontrano soprattutto rispetto al livello di istruzione posseduto e, come presumibile, al livello delle risorse economiche familiari. Pranza o cena fuori casa il 92,1% dei laureati, l’87,8% dei diplomati, il 79% di quanti hanno solo la licenza media e soltanto il 53,6% tra chi al massimo possiede la licenza elementare. Inoltre, solo il 62% delle persone con risorse economiche ritenute assolutamente insufficienti ha l'abitudine di mangiare fuori, rispetto al 90,6% di coloro che hanno risorse economiche giudicate ottime.