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La PAC ha quasi sempre ignorato l’eterogeneità intrinseca dell’agricoltura, preferendo incentivi e disincentivi indiscriminati. Per la filiera latte: restituzioni all’esportazione e quote latte.

Alla fine dello scorso novembre gli economisti di Wageningen hanno consegnato al Dipartimento Politiche di Coesione il loro studio “Development of milk production in the EU after the end of milk quota”, richiesto tramite AGRI Committee del Parlamento Europeo.

Il corposo documento, reperibile via internet, è costituito da sette capitoli: introduzione, approccio e metodologia, struttura e funzionamento del settore latte nell’Unione Europea, dinamiche del settore latte dall’abolizione del regime delle quote, prospetti e sfide del settore latte, interventi nazionali e dell’Unione Europea dopo l’abolizione delle quote e commenti conclusivi.

Il rapporto – diversamente da altri – prende atto della presenza di cinque Paesi avvantaggiati nella produzione di latte (Belgio, Danimarca, Irlanda, Lussemburgo e Olanda) e maggiormente competitivi, mentre nei restanti ventidue Paesi le dinamiche dei cambiamenti strutturali sono ancora in corso a causa delle difficili condizioni geografiche e climatiche locali.

Tra questi ultimi c’è anche l’Italia. Lasciando gli approfondimenti a quanti vorranno approfondire, veniamo direttamente alle raccomandazioni finali: implementare nuovi meccanismi per ammortizzare la volatilità dei prezzi; ridurre le emissioni aventi impatto ambientale; informare correttamente i produttori latte, senza confusioni e frustrazioni per mantenere la loro sostenibilità economica e sociale; creare incentivi finanziari a favore delle migliorie gestionali e riduzione delle emissioni finalizzate alla filiera latte a “ zero carbonio”; valutare la totalità delle emissioni dell’agricoltura zootecnica e non solo l’impronta carbonica del latte; incentivare i produttori latte a produrre bioenergia rinnovabile; facilitare il ricambio generazionale delle risorse umane; ripensare la promozione delle produzioni di latte biologico, dal momento che le emissioni dell’allevamento da latte convenzionali e biologici sono similari; migliorare l’approccio delle politiche agricole e lattiero-casearie basandole sulle condizioni locali.

Coraggio Signori della politica, fatevene una ragione!

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