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Con D.Lgs. 218 del 7 dicembre 2023 l’Italia ha adottato le norme necessarie ad adeguare l’ordinamento giuridico nazionale alle disposizioni del Regolamento (UE) 2019/6 relativo ai medicinali veterinari che abroga il il vecchio codice comunitario dei medicinali veterinari (D.Lgs. 193/2006).

È stata raggiunta a livello comunitario un’intesa tra le istituzioni europee (il Consiglio UE e il parlamento europeo) sul regolamento sugli imballaggi in linea con l’obiettivo di raggiungere un calo dei rifiuti da imballaggio del 5% entro il 2030, del 10% nel 2035 e del 15% entro il 2040, come previsto nella proposta iniziale della Commissione europea.

Più protezione e semplificazione per la denominazione Ig e stop alla registrazione di menzioni tradizionali identiche o che richiamino nomi di DOP e IGP, come nel caso del Prošek, il vino croato che evoca il Prosecco italiano.

Cambiano i controlli ufficiali nel biologico. Il vecchio D.Lgs. 20/2018 lascia il posto al Decreto Legislativo n. 148 del 6 ottobre 2023, entrato in vigore il 14 novembre. La novella legislativa scaturisce dall’esigenza di adeguare la normativa nazionale al Regolamento 2018/848/UE relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e alle disposizioni del Regolamento 2017/625/UE sui controlli ufficiali.

La Commissione europea ha chiuso la questione con tempi record con un respingimento di fatto che è stato interpretato in maniera molto diversa dai favorevoli e contrari. I più ne hanno parlato come di una bocciatura da parte dell’Unione Europea, mentre il Governo sostiene che, al contrario, non sia stata accertata alcuna incompatibilità con il diritto comunitario e che quindi le cose possano procedere senza che nulla cambi.

Il Decreto legislativo che aggiorna la legislazione nazionale sui farmaci veterinari e la adegua al regolamento europeo Ue 2019/6 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed è ora entrato in vigore, abrogando il precedente Decreto legislativo 193/2016.

Interessante pronuncia della Corte di Cassazione Penale Sez. 3^ del 31 luglio 2023 sulla Sentenza n.33418 relativa all’applicazione su latticini di un “Bollo CE” mendace in ordine alla provenienza del bene.

La decisione presa a Bruxelles riguarda regole più stringenti per gli inquinanti di aria, acqua e suoli, ma su uno dei punti su cui si è maggiormente discusso, l'inclusione degli allevamenti bovini, si è deciso di rinviare la questione al 2026. Le nuove regole che entreranno in vigore progressivamente a partire dal 2030, riguarderanno i grandi allevamenti intensivi di suini e pollame. Per quanto riguarda le sanzioni previste, le aziende che non rispetteranno le nuove regole potranno essere soggette a sanzioni pari ad almeno il 3% del fatturato annuale.

La commissione Ambiente dell'Europarlamento è intervenuta sul cosiddetto "pacchetto colazione" allargando gli obblighi di informazione e indicazioni sulla provenienza di miele e frutta sulle etichette di diversi prodotti.

Il parlamento ha approvato il testo normativo che disciplina l’uso dei nomi carnei su prodotti a base di proteine vegetali, ponendo un freno e un divieto alla pratica da parte di alcune aziende, di porre in vendita prodotti a base vegetale con nomi che richiamano o citano espressamente prodotti a base di carne come ‘hamburger vegetale’, ‘bresaola di grano‘, ‘vegan mortadella’.

Dopo l’approvazione del parlamento italiano del disegno di legge contro la carne coltivata, cosa succederà a livello pratico? Il governo italiano ha fatto di questa battaglia una questione primaria con in prima fila il ministro del Masaf Francesco Lollobrigida, che vuole portare la questione a livello europeo, e il capogruppo di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, che spiega come l'Italia si ponga "all'avanguardia del mondo" nella lotta alla carne coltivata.