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La microestrazione in fase solida per spazio di testa statico (HS-SPME) accoppiata al naso elettronico basato sulla spettrometria di massa (MS-eNose), in combinazione con l’analisi statistica multivariata è stata utilizzata come metodo per l’autenticazione rapida della pasta di grano duro 100% italiano.

Le strategie globali che promuovono un’alimentazione sana raramente hanno avuto successo a causa della resistenza posta alla modifica delle preferenze alimentari dei consumatori. In questo scenario, l’aggiunta di composti bioattivi ad alimenti molto consumati, come la pasta, rappresenta un’opportunità per promuovere stili di vita più sani attraverso prodotti funzionali, senza modificare drasticamente le abitudini delle persone.

Gli aromi, nonostante occupino una posizione terminale nella lista degli ingredienti, sono quasi ubiquitari nella maggior parte degli alimenti, salvo qualche illustre eccezione in prodotti caseari e nel cacao amaro per esempio. Un universo che presenta regole ben precise dal punto di vista normativo e in continua evoluzione come vedremo nel prosieguo dell’articolo, ma anche un settore estremamente aperto all’innovazione in ambito tecnologico per cercare di cogliere le possibilità di sviluppo future senza snaturarsi e perdere la tradizione che rappresenta un forte valore aggiunto.

La pandemia da Covid-19 ha colpito pesantemente anche le principali aziende alimentari italiane, obbligandole ad affrontare con strumenti inediti la delicata fase emergenziale, rafforzando le procedure di prevenzione e sicurezza per evitare la diffusione del virus. Abbiamo chiesto ai responsabili del gruppo parmense di raccontarci la loro esperienza.

Oltre un milione di quintali di grano duro italiano sarà impiegato da alcune delle più importanti industrie molitorie del nostro Paese per la produzione di pasta 100% italiana, valorizzando il grande lavoro delle aziende agricole. È quanto comunica CAI - Consorzi Agrari d’Italia, primo hub della produzione organizzata in Italia, che in queste settimane è impegnata a rinnovare i contratti di filiera per i cereali gestiti nelle proprie strutture.

La necessità di gestire i potenziali rischi degli alimenti allergenici nei locali di produzione alimentare può essere fronteggiata in vari modi, ad esempio attraverso programmi relativi ai prerequisiti (PPR) e poi tramite l'integrazione nel sistema Haccp aziendale.

I mercati esteri hanno spinto i ricavi, con l'Italia in leggero regresso.

Secondo una recente ricerca di Market Watch, il mercato globale dei prodotti da forno raggiungerà i 339,3 miliardi di dollari entro il 2026 con un tasso di crescita annuo del 3,54%.

La pandemia da Covid-19 e il conseguente lockdown hanno influenzato notevolmente l’andamento dei consumi e causato un temporaneo azzeramento del canale fuori casa.

In corso un investimento di 16 mln per l'installazione di nuovi macchinari. L'obiettivo è quello di incrementare la produzione del 40% nel giro di due anni, soprattutto per quanto riguarda l'export.

A influire positivamente sul fatturato, soprattutto i mercati esteri.