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Grazie a questa tecnologia vengono mantenute alte le qualità nutrizionali e sensoriali, limitando nello stesso tempo l’impiego di additivi o di conservanti artificiali.
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L'industria alimentare è chiamata ad avere un ruolo da protagonista in merito alla transizione ecologica, ma è necessario un progetto di filiera condiviso che coinvolga tutti i soggetti della catena del valore.
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La pandemia non ha fermato la ricerca: secondo gli analisti della McKinsey, società internazionale di consulenza manageriale, entro il 2030 questo prodotto avrà lo stesso prezzo della carne animale.
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Unico nella produzione e nel gusto, lo Speck Alto Adige IGP è un prodotto con enorme potenziale, garantito dal Consorzio Tutela Speck Alto Adige.
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Magazzini dinamici, Internet of Things e rinnovamento della fase agricola e della filiera proiettano il settore verso il futuro.
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A causa della pandemia, la produzione è calata del 4,4% rispetto al 2019, ma la quota, attestata al 41,2%, rimane stabile.
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Secondo un sondaggio condotto da Swg per Federchimica Aisa, l’associazione nazionale delle imprese della salute animale, otto italiani su dieci non conoscono il significato di questi due termini.
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La strategia UE penalizza il settore, indicato come fortemente impattante dal punto di vista delle emissioni e del consumo di suolo.
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Lo conferma un documento scientifico redatto su richiesta del Parlamento Europeo.
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Marco Gnaccarini è Tecnologo alimentare e lavora in una slaughterhouse nel ruolo di Assicurazione Qualità. Con lui parliamo dell’influenza esercitata dall’implementazione delle pratiche per il benessere animale sul miglioramento della qualità delle carni suine.
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Diversi nuovi approcci noti con il termine di biopreservazione sfruttano la capacità di determinati ceppi di batteri lattici (LAB) e altre specie selezionate di competere nel substrato carneo con altri microrganismi (psicrofili patogeni e alteranti), cui impediscono la crescita e la sopravvivenza mediante produzione di specifici metaboliti antibatterici.