La decisione presa a Bruxelles riguarda regole più stringenti per gli inquinanti di aria, acqua e suoli, ma su uno dei punti su cui si è maggiormente discusso, l'inclusione degli allevamenti bovini, si è deciso di rinviare la questione al 2026. Le nuove regole che entreranno in vigore progressivamente a partire dal 2030, riguarderanno i grandi allevamenti intensivi di suini e pollame. Per quanto riguarda le sanzioni previste, le aziende che non rispetteranno le nuove regole potranno essere soggette a sanzioni pari ad almeno il 3% del fatturato annuale.
La commissione Ambiente dell'Europarlamento è intervenuta sul cosiddetto "pacchetto colazione" allargando gli obblighi di informazione e indicazioni sulla provenienza di miele e frutta sulle etichette di diversi prodotti.
Il parlamento ha approvato il testo normativo che disciplina l’uso dei nomi carnei su prodotti a base di proteine vegetali, ponendo un freno e un divieto alla pratica da parte di alcune aziende, di porre in vendita prodotti a base vegetale con nomi che richiamano o citano espressamente prodotti a base di carne come ‘hamburger vegetale’, ‘bresaola di grano‘, ‘vegan mortadella’.
Dopo l’approvazione del parlamento italiano del disegno di legge contro la carne coltivata, cosa succederà a livello pratico? Il governo italiano ha fatto di questa battaglia una questione primaria con in prima fila il ministro del Masaf Francesco Lollobrigida, che vuole portare la questione a livello europeo, e il capogruppo di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, che spiega come l'Italia si ponga "all'avanguardia del mondo" nella lotta alla carne coltivata.
ll “Piano nazionale di controllo ufficiale dei materiali e degli oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari anni 2023-2027 (prot. 0050394-28/12/2022-DGISAN-MDS-P)”, ha l’obiettivo di organizzare un sistema efficace che garantisca la sicurezza dei prodotti alimentari.
Da parte italiana la soddisfazione è pressoché unanime, sia da parte delle associazioni di categoria che dei partiti politici che sono riusciti a fare gioco di squadra chiedendo e ottenendo importanti modifiche al testo che era inizialmente stato approvato in commissione. Il regolamento approvato prevede l’esenzione degli obblighi di riuso per i Paesi che hanno l’85% di quota riciclo degli imballaggi interessati.
Era uno degli obiettivi prioritari per il settore vitivinicolo che fosse evidenziata la distinzione: la Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare(COMENVI) ha ora ribadito che è il solo abuso di bevande alcoliche e non il semplice consumo che comporta un fattore di rischio per la salute.
Novità importante per il Made in Italy e per evitare il ripetersi di casi come quello del Prosek o l’aceto balsamico sloveno o cipriota. Con l’accordo raggiunto in Europa in merito alla riforma delle regole su DOP e IGP sarà sempre indicato il nome del produttore sulle etichette. Le nuove regole non sono retroattive.
La pietra dello scandalo va collocata nel 2020, quando gli emendamenti presentati al Parlamento Europeo vennero bocciati: all’assemblea era stata sottoposta la spinosa questione relativa alla confondibilità dei prodotti carnei con i prodotti a base di proteine vegetali che, sfruttando in modo asseritamente illegittimo il traino dei primi, stavano prendendo piede tra i consumatori.
È l'ultimo atto necessario per il conseguimento della milestone MIMIT del PNRR. Sarà più facile innovare e fare trasferimento tecnologico.
Le filiere interessate e gli europarlamentari direttamente impegnati sul tema hanno ribadito l’importanza di modificare l’approccio da cui si è partiti nel redigere il regolamento europeo sugli imballaggi (PPWR), sollecitando una normativa europea sul packaging alimentare “equilibrata, consapevole, basata su elementi e studi scientifici”.